Archivio mensile 29 Settembre 2020

Il primato dell’incertezza (Andrea Spatuzzi)

Inauguriamo in questo spazio la nuova rubrica: GLI OSPITI DEL PIEROBLOG. Ho chiesto ad amici, colleghi, professionisti con cui collaboro di scrivere articoli per il mio blog, con l’intento di condividere i saperi e di “fare rete”.

 

di Andrea Spatuzzi, settembre 2020

Prima del Covid 19 le società mondiali non godevano di buona salute e c’era una situazione critica ed incerta. Eravamo in allarme terrorismo, in crisi economica, con un pianeta sempre più inquinato e in piena rivoluzione digitale, che sta mutando rapidamente costumi e atteggiamenti.

Con il Covid 19 tutto si è reso ancora più critico e si ha la sensazione che il sistema che guidava il mondo, quello mercantile-consumistico e fondato sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali stia saltando per aria, non funzioni più. Non si sa comprendere il presente, non si sa dove andare e regna una buona dose di caos e, quindi, di incertezza.

Non è la prima volta che l’essere umano si trova di fronte ad un periodo storico di rottura, rivoluzionario e per questo fortemente incerto. Ma questi momenti hanno permesso il passaggio dal vecchio e ormai inadatto al nuovo, che poi ha rappresentato il futuro.

Credo che oggi ci troviamo nuovamente in un periodo simile ma anche molto differente, soprattutto per una questione importante e nuova: questa crisi ci coglie in un momento storico in cui nessuna “forza esterna” ci può aiutare come fu per il passato, quando spiritismo, religione, politica e scienza sono stati utili a comprendere cosa accadeva intorno alle persone e a progettare il futuro.

Infatti, l’aggiunta del Covid 19 nel minestrone della crisi già presente ha fatto cadere l’ultimo sistema che ci dava fiducia nei riguardi dell’incertezza della vita, che era rappresentato dalla scienza e dalla tecnologia, che credevamo capaci di risolvere i problemi e di definire il futuro.

La scienza e la tecnologia invece non sono riuscite a prevedere il virus (per alcuni ne sono la causa), non riescono a capirlo (almeno per ora), non sanno dire con certezza se e come potranno difenderci, né preservarci nel futuro.

Per questo la crisi di oggi si configura profonda, poiché tocca i costrutti personali sui quali abbiamo costruito la fiducia sul presente e sul futuro e che nel passato ci aiutavano ad uscire dall’incertezza.

Questo fa sì che oggi ci sentiamo deboli e vulnerabili rispetto all’esistenza poiché ci manca il materiale interno per dare un senso all’esperienza, che si è fatta incerta, ma che comunque deve essere vissuta e progettata. Recentemente confidavamo nella scienza e nella tecnologia, ora molto meno, e questa privazione interna, dentro di noi, dove non abbiamo più un “Dio” che ci orienta, da profondità all’incertezza e ci rende più insicuri e paurosi. In questa crisi, l’incertezza che l’accompagna è prima di tutto dentro di noi.

Un’incertezza che sembra fondarsi su un vuoto che ancora una volta va riempito. Ma come fare?

Una prospettiva possibile è quella di mettere al centro l’incertezza stessa, proprio quella che ci sta pervadendo. In questo senso, si da primato all’incertezza rispetto ad un atteggiamento diverso e storico, che la vuole dominare, controllare e, se non riesce, la nega. Invece mettere al centro l’incertezza della vita significa affrontarla in una modalità aperta, espansiva ed esplorativa, percorrendo la via della vita in modo da affinare continuamente gli strumenti che permetto di sostenere anche il disagio e le ansie dell’incertezza stessa. L’incertezza come punto di arrivo nel percorso della vita e non più come punto di partenza.

In questa prospettiva la crisi può essere superata con originalità se riusciamo a puntare sullo sviluppo personale di tutti quegli strumenti che aiutano ad utilizzare l’incertezza come motore della vita, come spinta a scegliere una buona vita, in tutti i momenti nel mare delle incertezze, e riuscire così a fare storia di sé nonostante tutto.

Andrea Spatuzzi:  psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista
www.andreaspatuzzi.it 

Il diario della Voce

Una delle richieste che riscuote più interesse tra le persone che intendono intraprendere un percorso individuale di conoscenza e crescita personale attraverso la Voce è quella del “diario”.

Personalmente ritengo che il diario sia un formidabile strumento, che accompagna durante il percorso, ma che riveste un’utilità ancora più profonda al termine della relazione terapeutica.

Entrare in contatto profondo con la propria voce implica spesso trovarsi di fronte a blocchi o eventi traumatici che hanno avuto luogo nel corso della nostra esistenza, e che spesso si ripresentano sotto forme che non riusciamo a riconoscere immediatamente, ma che possono influenzare il nostro modo di relazionarci con il mondo. Il diario della Voce, diventa un modo utile per mettere “nero su bianco” i nostri pensieri, le emozioni che stiamo vivendo, le paure, ma anche le intuizioni, i progressi, gli obiettivi raggiunti, i talenti che abbiamo riscoperto, i sogni che vogliamo realizzare.

Il diario nel tempo prenderà forza e quando lo rileggeremo, potremo tracciare a ritroso la rotta di un viaggio interiore, dal punto di arrivo al punto di partenza, ripercorrendo nella memoria e nelle emozioni tutto il nostro vissuto e il modo in cui abbiamo superato gli ostacoli e elaborato le nostre sofferenze,

La scrittura spesso può essere vissuta come un ostacolo, ecco perché invito a redigere il diario utilizzando anche altri modi: il disegno, la poesia, gli aforismi, il collage, la registrazione digitale, i video… e così capita spesso che un diario si possa trasformare in opera d’arte. Eccone un esempio.

 Lorenzo Pierobon©