La voce che cura

La voce che cura

Lorenzo Pierobon. Curare attraverso la voce

La migliore educazione scaturisce dalla musica, perché l’armonia e il ritmo penetrano nel più profondo dell’anima e se ne impossessano donando a colui che ne beneficia saggezza e ragione”. Così, Platone nell’opera La Repubblica, declamava la stretta relazione fra musica e sviluppo sensoriale o, in altri termini, gli effetti che i suoni producono ad un livello che va ben oltre il puro piacere dell’ascolto e dell’evasione. La musicoterapia si è sviluppata proprio per dar forma, contenuti e concretezza all’immenso potere taumaturgico che hanno le vibrazioni sonore. In particolare, quelle generate dalla voce, se prodotte in modo ritmato, hanno la capacità di riarmonizzare le energie corporee (come ben sa chi pratica il Nada Yoga, lo yoga del suono, basato sulla ripetizione costante e regolare di sillabe e invocazioni chiamate mantra). Fra i metodi che considerano centrale la voce per curare determinate patologie o, semplicemente, per ricreare armonia e benessere interiore vi è il Vocal Harmonics in Motion®, elaborato dal musicista e musicoterapeuta Lorenzo Pierobon. Il suo percorso artistico-professionale lo ha portato ad approfondire l’impiego della musica in vari ambiti: dal recupero di tossicodipendenti presso una comunità psicoergoterapica al lavoro specifico sviluppato nel corso di sessioni individuali con portatori di gravi handicap. Cantante (specializzato nel canto armonico), musicista (suona anche il didgeridoo e le tibetan bowl), ha pubblicato svariati dischi, tra cui Nebula. The path of white clouds (Stella Maris, 2003) e KU Tsunami (Ku Records, 1997). All’inizio degli anni Novanta, ha elaborato il Vocal Harmonics in Motion®, frutto di una lunga ricerca e di studi approfonditi. “È un metodo ancora work in progress, spiega Lorenzo. Non essendo rigido è suscettibile di cambiamenti, modifiche e aggiornamenti ogni volta che se se presenta un’occasione”.

 

In cosa consiste esattamente?

“VHM è un metodo psico-corporeo che si sviluppa su diversi livelli − corpo, mente, spirito − e che si esplica con un’attività volta al recupero della propria voce naturale e continua attraverso la voce stessa. Si può quindi parlare di musicoterapia-vocale transpersonale. Si utilizzano due strumenti potentissimi: il corpo e la voce, con particolare attenzione alla relazione voce-movimento, voce-suono, voce-respirazione, voce-ascolto, voce-emozioni. L’obiettivo è di accordare tutto il corpo per l’emissione vocale e di aumentare sia la mobilità, sia la flessibilità degli organi che concorrono alla fonazione (lingua, laringe, petto, addome), in modo da rinvigorire e rivitalizzare l’energia del corpo. Oltre a scopi terapeutici altamente specifici, questo metodo è indicato a chi utilizza la voce in modo professionale: cantanti, attori, doppiatori, insegnanti, manager, trainer. Consigliato anche a professionisti nell’ambito  artistico, quali danzatori e musicisti per incrementare la creatività e per utilizzare la voce come strumento di crescita della propria personalità”

 

Quale rapporto esiste tra l’energia interiore, il Chi, e il canto/la voce?

“Nel mio metodo il rapporto è strettissimo, dato che si basa su un approccio olistico. Il corpo nella sua globalità concorre alla fonazione e al canto, e quindi anche l’energia che in esso scorre”.

 

Su quali centri psico-fisici ed energetici agisce?

“Agisce sull’intera persona, in particolare nel centro deputato alla comunicazione e in quello emozionale”.

 

Attraverso questo metodo, quali sono i maggiori benefici che può ottenere una persona che non lavora nel campo della musica, della danza o del teatro?

“I primi effetti tangibili si possono riscontrare in un cambiamento positivo della voce, parlata o cantata, in una migliore propriocezione dell’apparato fonatorio, nella respirazione più regolare e tranquilla. Agisce inoltre sull’umore, rendendolo più vitale”.

 

Come si sviluppa una sessione?

“La sessione individuale si svolge tra paziente e musico terapeuta. È caratterizzata da una serie di fasi molto precise. Si comincia con il rooting (radicamento), per passare poi al movimento corporeo associato a respirazione e vocalizzazioni a bocca chiusa. Si prosegue con movimenti energetici e vocalizzi  con consonanti a bocca chiusa. Quando la voce è sufficientemente calda, si può cominciare con i canti vocalici a bocca aperta e con le tecniche di canto armonico. Ogni sessione prevede una parte sia tecnica, sia introspettiva/meditativa. Tutte le sessioni terminano con un’improvvisazione a due voci ed una condivisione dell’esperienza. Vengono adattate alle specifiche esigenze di ciascuna persona. Quella descritta è semplicemente una seduta base. Il metodo si adatta molto bene anche al lavoro seminariale con i gruppi”.

 

Quando e perché ti sei avvicinato alla Musicoterapia?

“Mi sono avvicinato a partire da metà degli anni ’90 per curiosità, ma anche per dare una forma e un contenuto terapeutico alla mia metodologia di lavoro con la voce”.

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